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Il suo odore dopo la pioggia, Cèdric Sapin-Defour

Una composizione di fiori di campo e foglie di papavero: margherite rosa, fiordaliso azzurri, papaveri rossi e simil margherite gialle.

Un profilo di cane bovaro del bernese in bianco e nero sulal copertina del romanzo Il suo odore dopo la pioggiaHo due cani e ciò fa di me la lettrice ideale di Il suo odore dopo la pioggia di Cédric Sapin-Defour, pur consapevole della direzione verso la quale mi avrebbe portata. Volevo sentirmi raccontare, da parole che non fossero le mie, l’amore grande e «tenace», come lo definisce l’autore, per quattro zampe rumorose, una coda mobile e un tartufo umido. Ciò che ho trovato in questo libro non mi ha delusa: un punto di vista in cui riconoscermi, ma anche dal quale discostarmi, perché noi “padronə”, se mi si lascia passare il termine obsoleto, siamo tuttə ugualə eppure tuttə diversə, come lo sono i cani che ci accompagnano per parte della nostra esistenza. Il libro, però, non si esaurisce parlando solo a chi ha un cane, anzi, esplora la relazione delle persone con l’intero mondo animale ed è una lezione per tutte e tutti.
Il suo odore dopo la pioggia è un libro maschile – uomo chi lo scrive, maschio il cane, Ubac -, a dimostrarlo alcune frasi, definizioni, metafore e piccoli episodi, uno su tutti la rissa che Ubac seda tra il padrone e due uomini incontrati sulla strada di casa. Non credo che mai una delle mie due cane (le chiamo così, al femminile) mi difenderebbe mai in un alterco. Nella consapevolezza che la dinamica di relazione col proprio cane è personale, e convinta che essere una donna con due cani femmina mi renda differente (non migliore, solo differente) da un uomo accompagnato dal suo cane maschio, ciò che questo libro coglie in pieno è la felicità di una relazione mai replicabile, istintiva e totalizzante e la consapevolezza che senza le mie cane io non sarei la persona che sono adesso, perché loro insegnano a me più di quanto io insegni a loro. Sapin-Defour si dedica con trasporto a circostanziare questo scambio biunivoco cane-uomo e ciò che ne risulta è un libro che è un memoir con vanità, limiti e convinzioni, ma anche una cogitazione filosofica altissima sul senso delle cose e la loro finitezza. E alla finitezza dei cani non ci si può abituare mai. «Tra l’adozione e il lutto c’è un soffio», scrive l’autore, e io mi affanno di continuo a raccogliere tutto il fiato possibile perché ogni fibra vitale delle mie cane rimanga sempre con me. “Il suo odore dopo la pioggia” è anche una lettera d’amore per l’«energia sfavillante» di un cane che soccombe alla sua finitezza, così come si arrenderanno tutti gli altri cani su questa terra arcigna. «Riconoscerei il tuo odore dentro l’arca di Noè», scrive Sapin-Defour nel picco della sua tristezza, e io aggiungo che riconoscerò anche le voci e il tocco delle mie cane, così come loro riconosceranno la mia voce e il mio tocco, ed è questa reciprocità che ci farà vivere insieme per sempre.

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