È il 1979 nella fittizia contea di Zebulon in Iowa, cuore del Midwest statunitense, e Larry Cook decide di suddividere i suoi mille acri di possedimenti alle tre figlie, Ginny, Rose e Caroline, in un passaggio di consegne che ricalca il Re Lear di Shakespeare. È questa l’idea di partenza di Erediterai la terra, il romanzo di Jane Smiley del 1991, vincitore del premio Pulitzer, tornato nelle librerie italiane nell’edizione de La Nuova Frontiera tradotta da Raffaella Vitangeli.
Ispirazione shakespeariana, ma svolgimento tutto originale per un romanzo che è un’epopea moderna che riverbera anche nel contemporaneo: è in quella stessa società patriarcale, violenta e oppressiva che si fondano le radici degli Stati Uniti attuali. Smiley porta sullo stesso piano narrativo temi differenti: intanto la farmer crisis degli anni ’80 nel cuore agricolo degli Stati Uniti, la svolta femminista di una storia antica (il Re Lear per l’appunto), e la costruzione di personaggi complessi che affondano prima nell’inedia, poi nella disperazione e infine riconquistano il loro posto nel mondo, ma a caro prezzo. Su tutte e tutti svetta Ginny, la voce narrante, dapprima conciliante fino quasi a diventare martire del padre violento, e poi fenice che risorge dalla distruzione della sua famiglia.
Jane Smiley fotografata da Irene Medina, per gentile concessione de La Nuova Frontiera.
L’analisi del romanzo e della poetica di Jane Smiley è su L’indiependente.
Per approfondire
King Lear in Zebulon County, la recensione sul New York Times nel 1991
John Updike scrive di Jane Smiley
Due interviste di Jane Smiley in occasione del lancio dell’opera teatrale tratta da Erediterai la terra a Des Moines in Iowa.
Jane Smiley alla Des Moines Metro Opera
Alla Iowa Pbs