Attilio vive solo in un appartamento al piano terra di un edificio rosso e alto. È vicino al parco, dove passa tutto il suo tempo, soprattutto d’estate. Esce la mattina dopo un’abbondante colazione – pane tuffato nel latte -, e va incontro al suo amico edicolante che alza la saracinesca alle sette circa. Compra il giornale, a volte anche “La settimana enigmistica”, e con la sedia pieghevole si posiziona sempre sotto lo stesso albero. All’ora di pranzo torna a casa, mangia pane e pomodoro con olio abbondante, e alle due e mezza riprende la sedia per la pennichella nel parco.
Oggi, però, è una giornata speciale perché nel suo solito posto ci sono camioncini, strumenti, sedie e microfoni. Il giovanotto sudato che lavora sotto il sole lo informa che stasera ci sarà un concerto.
«Ma devo pagare?»
«No è gratis.»
Attilio si illumina.
«Oggi è festa» dice ad alta voce.
Cena con un cornetto gelato comprato al chiosco e conquista, sempre con la fidata sedia personale, un posto d’eccezione al lato destro del palco, attaccato alla transenna.
Alle otto e mezza la musica inizia. Alle prime note Attilio chiude gli occhi e immagina di essere in una grande arena, anzi no, è in un teatro, al Petruzzelli magari. Non ci è mai entrato, ma lo immagina fresco come la brezza delle sere di agosto, con la stessa erba sotto i piedi e molte meno zanzare.
«Proseguiamo il concerto con una fantasia di successi di Ennio Morricone» annuncia il maestro d’orchestra con un leggero affanno.
Attilio non ci pensa un attimo, apre gli occhi e dice a gran voce: «E Nino Rota? Quando suonate Nino Rota?»
Il maestro sorride dal palco, il pubblico applaude divertito, Attilio si sorprende del suo ardire.
«Le prometto che arriva. Ennio Morricone, Piero Piccioni e poi, solo per lei, Nino Rota.»
Attilio si emoziona e applaude forte, il pubblico lo segue e batte di nuovo le mani un po’ per il maestro d’orchestra e un po’ per lui.
Quando arrivano le note di “Otto e mezzo”, Attilio le riconosce e si guarda intorno compiaciuto. Il maestro la sta dedicando a lui, ne è sicuro, e per ringraziarlo si alza dalla sedia e fa una riverenza, poi poggia i gomiti sulla transenna e con le mani segue il ritmo del concerto che gli hanno dedicato battendo il tempo sul metallo.
Foto di Alessia Ragno.