Si sono avvicinati in quattro: due che sorreggevano il più basso, un terzo che faceva strada. “Andiamo a sederci lì”, ha detto il terzo indicando la panchina più vicina, accanto a una coppia con un cane lupo dallo sguardo attento. Li ha visti arrivare e sfilare incerti seguendo il passo dell’uomo anziano più basso, il guinzaglio teso a tirare sul petto.
«Non si avvicinerà a loro.»
«Non si sa mai» ha risposto lei col guinzaglio stretto nelle mani mentre immaginava il cane avventarsi sul gruppo di anziani creando scompiglio e distruzione. Il cane, però, non ha battuto ciglio, anzi ha lasciato che si sedessero per parlare di soldi e pensioni.
«Il governo nen capisc nu cazz!» ha gridato il più anziano con voce imperiosa proprio quando si erano rilassati. Il cane, per lo spavento, si è alzato di scatto, li ha fissati per un lunghissimo minuto di silenzio e poi ha iniziato ad abbaiare coprendo le urla dei ragazzini in fondo, le voci dei quattro vicini di panchina e gli improperi verso il sistema economico mondiale. Portato lontano dalla vista dei quattro, il cane ha scaricato la tensione accumulata contro l’INPS e il governo solo masticando un ramo tra le margherite.
«Sembrava si capissero, stessa rabbia» ha detto lei col cuore ancora accelerato in petto.
«È perché sono coetanei», ha risposto lui, più calmo, alludendo all’età avanzata del cane, solido dodicenne.
Quando la ragazza è tornata sui loro passi a riprendere la palla dimenticata dal cane, i quattro erano ancora lì. Ha fatto un cenno al più basso per scusarsi della gara di urla e abbài e lui le ha risposto con lo stesso cenno e un’espressione sorniona sul viso segnato da rughe e sole, per scusarsi di come avevano fatto agitare il suo cane con quelle brutte storie di soldi e pensioni.
Di soldi e pensioni
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