C’è una periferia di Bari senza drammi o disagio sociale, una parte della città in cui puoi ancora ritagliare via dalle foto i rifiuti, le erbacce, i cantieri disordinati, i suv parcheggiati su marciapiedi sbriciolati, i cartoni delle pizze al cofano, l’incuria dei più facoltosi che sono padroni insolenti di campi incolti in cui imperano ruggine e plastica. Per resistere in una periferia ricca per gli altri e decadente per te, nell’unica casa piccola dietro i giganti a dieci piani, non resta che cercare gli ulivi, i fiori gialli, l’erba spontanea, oppure alzare la testa e trovare un cielo più grande di quello in centro, in attesa che ci costruiscano palazzi ombra intorno.
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